Cultura non significa solamente lettura, scienza, arte e condivisione letteraria.  Colto è colui che non dimentica. Che fa tesoro del passato, che lo tramanda e lo insegna. Fanno parte della cultura di un paese anche le sue tradizioni culinarie.

Paola Felice e Rita Corino

In queste si riconoscono gli sforzi fatti dalle donne nei secoli per inventare nuovi sapori da mettere in tavola usando le materie prime che il loro territorio forniva, con i "colori" della natura e i suoi profumi, rendendo speciali anche ingredienti semplici. In un piatto si riconosce l'amore di chi lo ha preparato, ma anche le origini della sua terra. Anche questa è storia.
Sarà un piacere condividere con voi, lettori di questo blog, qualche ricetta tipica delle nostre zone, così da offrirvi il modo di assaggiare il "tempo".

Oggi, per esempio, avrà il sapore dei:
 

 


Ingredienti per 5 porzioni

Per i tajaren: 3 uova, 300 gr di farina di frumento, poca acqua.
Per il condimento: 1 kg di tarassaco, una noce di burro, 2 uova, una manciata di parmiggiano reggiano.

Preparazione

Su una spianatoia fate una fontana di farina e mettete al centro le uova e un poco di acqua. Impastate e, con il mattarello, tirate una sfoglia sottile. Se la pasta risulta appiccicosa infarinate le mani.
Dalla sfoglia ritagliate tante strisce larghe 2-3 millimetri. Lessate i tajaren in acqua bollente salata. Nel frattempo scottate in acqua il tarassaco pulito e saltatelo in padella con una noce di burro. Tritatelo. Quando i tajaren sono cotti, uniteli al tarassaco nella padella, aggiungete due uova e fate nuovamente saltare il tutto fino a quando non risulti ben amalgamato.
Cospargete con il parmigiano e servite.

 

 

Autunno, tiepido, rosso e odoroso di bosco è arrivato. E per dargli il benvenuto, a Castelnuovo si festeggia la fiera " dar Carsent".
Ormai sono in pochi i castelnovesi a non sapere cosa sia il carsent, ma lo ricordiamo con piacere.
Il carsent è il lievito madre, e con questo, nel periodo autunnale le massaie del paese preparavano un dolce semplice ma profumato.
Eccovi la ricetta originale.

Ingredienti
200 g di lievito madre o di pasta di riporto
400 g di farina adatta a lunghe lievitazioni
130 di burro
5 tuorli di uovo (ogni tuorlo 20 g scarsi)
1 cucchiaino di sale
1 albume e due cucchiai di zucchero

Preparazione
Aprire bene l'impasto di farina e lievito madre già amalgamato, inserire il burro e i tuorli, poi chiudere e lavorare a lungo per rendere il tutto molto omogeneo.
Se usate la planetaria operate come per la pasta brioche, mettendo prima le farine e il lievito madre le uova e il sale. Impastare a bassa velocità per 5 min. poi unite il burro e lavorare piano finchè l'impasto risulti liscio e si stacchi dalle pareti. Aggiungere uvetta a piacere.
La sera prima impastare tutti gli ingredienti e mettere a lievitare la massa per tutta la notte, coperta in forno.
Il mattino seguente, mettere la pasta nella teglia formando uno strato di circa 2,5 cm e lasciare lievitare ancora, finchè non raddoppia di volume. Ci vorranno ancora 4 ore circa. Scaldare il forno a 200° e nel frattempo, montare leggermente l'albume così da poterlo spalmare sulla superficie del dolce.
Spolverizzare con lo zucchero e porre in forno per circa 40 minuti.
Il profumo delicato di questo "panettoncino" incanterà la vostra cucina, e darà il benvenuto alla dolce e saggia stagione autunnale.

 

 

Ci sono sapori così antichi che sono nella memoria genetica di ognuno di noi essendo i legumi e le castagne due basi della nostra civiltà contadina.

Ingredienti per 4 persone
250 g di castagne
300 g di ceci già cotti
250 g di lenticchie
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1 peperoncino
4 foglie di alloro
4 cucchiai d'olio e.v.o.
sale e pepe
Incidete le castagne e mettetele in acqua fredda con due foglie di alloro e portatele sul fuoco. Intanto accendete il forno a 200 °C.
Quando l'acqua raggiungerà il bollore, spegnete, scolate le castagne e infornatele per 25 minuti.
Una volta cotte tiratele fuori e avvolgetele in un canovaccio pulito per 10 minuti e poi pelatele.

Tritate la cipolla, la carota, il sedano, l'alloro e il peperoncino e metteteli in una casseruola con l'olio e.v.o e fateli soffriggere per 5-6 minuti, aggiungete poi le lenticchie e i ceci già cotti e fateli insaporire, aggiungete poi almeno 1 litro d'acqua (o brodo vegetale) tenendone un po’ da parte se la zuppa risultasse troppo asciutta, e portate a cottura le lenticchie.

Cinque minuti prima di spegnere la fiamma salate e spezzettate parte delle castagne, tenendone qualcuna da parte per l'impiattamento, aggiungetele alla zuppa e fate amalgamare i sapori.
Servite con un abbondante macinata di pepe e con un giro d'olio e.v.o. a crudo.

 

Ci sono ricette della tradizione contadina che possono essere servite per un moderno aperitivo, come antipasto o come contorno. I peperoni in agrodolce sono proprio una di queste versatili ricette

Ingredienti per 10 porzioni
3 kg di peperoni gialli e rossi
1 litro di aceto
100 gr di olio extra vergine di oliva
100 gr di sale
100 gr di zucchero
50 gr di acciughe e prezzemolo tritato
Portate ad ebollizione in una pentola l'aceto, l'olio, il sale e lo zucchero.
Nel frattempo lavate i peperoni, privateli dei semi, delle pellicine bianche e tagliateli a spicchi.
Una volta cotte tiratele fuori e avvolgetele in un canovaccio pulito per 10 minuti e poi pelatele.

Quando la salsa è pronta immergete 2 o 3 falde di peperoni per volta e fate bollire per non più di 2 o 3 minuti.

Scolateli, disponeteli su di una tovaglia e fateli raffreddare.
Dissalate le acciughe, apritele, diliscatele e deponetele sugli spicchi di peperone.
Distribuite sopra ciascuno il trito di prezzemolo e un filo di olio.
Per conservare i peperoni a lungo, deponeteli in un vaso di vetro e copriteli con la loro salsa.

Bibliografia:
- Castelnuovo Dentro, Le Tradizioni in cucina. Numero 14
- Il cuoco dei sensi. Alchimie enogastronimiche tra il Po e l'Appennino tortonese. Di Chiara Parente

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